Si può allattare con il seno rifatto?


Dipende. Se il seno è stato “aumentato” sì: l’intervento di mastoplastica additiva (che permette di correggere la forma e di aumentare il volume delle mammelle) consiste infatti nell’inserimento di una protesi (un “sacchetto” di silicone di volume variabile tra i 120 e i 450 centimetri cubici) in una “tasca” creata dal chirurgo dietro il muscolo pettorale, oppure tra la ghiandola mammaria e il muscolo.
La ghiandola, l’areola (che sta attorno al capezzolo) e il capezzolo stesso non vengono coinvolti dall’intervento e continuano a funzionare.
Ma se si riduce... Diverso è il caso della mastoplastica riduttiva, praticata per ridimensionare mammelle troppo grandi: alcuni tipi di intervento richiedono lo spostamento di capezzolo e areola, che vengono rimossi e poi reimpiantati.
In questi casi (pochi rispetto agli interventi riduttivi), la perdita della sensibilità e della funzione nutritiva del capezzolo è totale.
E a letto cambia qualcosa? Il seno rifatto pare che sia anche l’anticamera del tradimento.
Secondo un’indagine realizzata da Giulio Basoccu, chirurgo estetico e docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, il rischio di tradimento cresce dopo un intervento di questo genere.
Basoccu ha intervistato un campione di 300 donne sposate o fidanzate (tra i 25 e i 40 anni) che negli ultimi 5 anni sono andate sotto i ferri per aumentare il seno.
Ebbene, il 35% delle donne che hanno risposto alle domande, sono e si sentono sessualmente più reattive dopo una mastoplastica additiva.

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