Quanto può durare l’apnea?


Con apnea si intende una momentanea sospensione del respiro.
Riferendoci all’apnea volontaria, un tempo medio che tutti possono raggiungere è di 45-60 secondi.
Dopo questo periodo, a causa della progressiva diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno e del contemporaneo aumento della pressione parziale dell’anidride carbonica nel sangue, il centro respiratorio invia impulsi al diaframma, che la maggior parte delle persone percepisce come “vibrazioni”.
Una persona normale può superare i 4 minuti già dopo un corso di una settimana.
L’esercizio non richiede sforzi fisici: l’apnea statica infatti è per circa il 95 per cento una disciplina mentale.
Oltre il limite. Le persone allenate, fisicamente e mentalmente, possono però allungare notevolmente il loro tempo di apnea.
Gianluca Genoni, uno dei primatisti mondiali di apnea, è stato in grado di rimanere in apnea statica (senza muoversi) per 7 minuti e 30 secondi.
Il record però appartiene a Martin Stephanek, della Repubblica Ceca, che nel 2001 si è immerso in piscina ed è rimasto immobile sotto il pelo dell’acqua per 8 minuti e 6 secondi.
Umberto Pelizzari, un altro primatista, ha raggiunto i 150 m di profondità in apnea in assetto variabile, che prevede uno sforzo muscolare, con una immersione di 2 minuti e 57 secondi.
Pelizzari ha trattenuto il fiato per 20 minuti consecutivi dopo aver respirato ossigeno puro.
Ma queste prove vanno sempre fatte in condizioni controllate, perché a concentrazioni elevate l’ossigeno è tossico e sviluppa radicali liberi che possono danneggiare in modo irreparabile il sistema nervoso.

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